“Alenquer semi-adulti F2”] E’ la storia di un allevatore – Klaus Schmitz  – che nel 1997, a circa 15 anni dall’inizio della sua passione, si racconta in una storia che oggi sembra consuetudine, ma che è ancora un apporto di perseveranza ad un obbiettivo che si corona non facilmente: allevamento con esemplari privi di parassiti. Autore del libro “Erfolgreiche Diskuspflege”, possiamo visitare la sua pagina web: http://www.perfect-discus.de/

I`m breeding Redturqise, Alenquer, San Merah.
In the next time additional: Cobalt blue and red-orange discus.

Dice Klaus, per non parlare della sua continua perseveranza che non è fortuna, perché come lui si racconta nelle email:” Il metodo che ho descritto, impone regole ferree di disciplina, che non permette sviste ed eccezioni. I parassiti sono, da un punto di vista evoluzionistico, molto più evoluti di noi”

Noi abbiamo letto il suo racconto sul DN di qualche decade fà, e ci siamo presi l’impegno di contattarlo per sentire come stava procedendo con la sua passione, sperando di trovare tracce di lui e del suo racconto che ha fatto sognare molti allevatori ed appassionati. Klaus ha risposto finalmente ad una nostra email, e con immensa gentilezza e disponibilità ci ha concesso di entrare da lui, virtualmente, spiegandoci lo stato dei fatti ad oggi. [caption id="attachment_1116" align="aligncenter" width="300" caption="La sua breeding room "]

Abbiamo contattato Klaus Schmitz. Klaus Schmitz oggi ha 50 anni, nasce a Wegberg vicino Düsseldorf e vive a Augustdorf, piccola cittadina vicino Bielefeld. Alleva discus dal 1981. Aveva circa 35 anni quando ha raccontato la sua esperienza con i discus. Un conciso dell’articolo, che per copyright non copiamo ma riassumiamo. Il racconto (Annuario DN) Germania – 1997 – In 15 anni di hobby, di allevamento del discus, di esperienza se ne accumula, si migliorano con svariati stratagemmi la qualità dell’acqua e l’alimentazione, e si interviene per limitare i danni da infestazioni parassitarie sperando sempre che ogni profilassi sia definitiva ed efficace, ma i risultati son sempre quelli: dopo poco, i pesci tornano a mangiare svogliatamente, si ritirano in un angolo della vasca, si scuriscono, feci bianche filamentose, respiro affannoso e addirittura nelle avannotterie crescita stentata e non conforme agli standard. Si conoscono i rimedi per salvare il salvabile, principi attivi non sempre a buon mercato per gli allevatori professionisti..ma cosa non si farebbe per non veder soffrire i pesci? Flagellati intestinali (Hexamita, Cryptobia, Protoopalina ecc…) vermi branchiali (GyrodactylusDactylogirus) sono celebrati nella lettaratura e non mancano metodi efficaci per limitarne le infestazioni: io ho adottato metodi di G. Rahn e N. Menauer. Altri guastafeste come vermi intestinali non tardano ad arrivare prima o poi negli allevamenti. Ricadute su ricadute insomma…e alla fine ci si chiede: è il caso di continuare?? Quando la strada si era biforcata, e si stava paventando l’idea di abbandonare definitivamente l’hobby dell’allevamento, la fortuna di avere un amico come Gerhard Rahn, uno degli autori del lavoro pubblicato sulla rivista tedesca “Datz“, nel ’96 – mi aveva spesso fatto assistere, a casa sua, al rilevamento tramite un microscopio, di campioni di materiale proveniente dall’intestino (o dalle branchie) di pesci che erano stati trattati, che erano successivamente ricaduti…tutte le fasi delle cure NON risolutive, e che non sono visibili da semplici cultori dell’hobby. Consideravo quegli incontri con Rahn una fortuna: riuscire a rendersi conto di persona di quanto accadeva, sedando ogni mio dubbio.

Protoopalina symphisodonis

I pesci trattati con cure convenzionali non vengono privati né completamente, né  definitivamente dei parassiti, siano essi flagellati, siano essi vermi intestinali o branchiali. Si puo’ ridurre il numero di parassiti, ma le loro strategie riproduttive unitamente a: Stress ambientale assortimento popolazione ittica errato sovrappopolazione temperatura errata alimentazione inadeguata sono talmente sottili e veloci che debellarli è impossibile. E seppur dopo un trattamento il pesce torna a mangiare, non possiamo realmente cantar vittoria. Il decorso patologico potrebbe riprendere a pochi giorni dall’ultimo trattamento. Il dettaglio più inquietante: i danni agli organi interni riportati/rilevati sui pesci ripetutamente trattati, per esempio, con metronidazolo: in definitiva irreparabili, superiori ai danni stessi che i parassiti possono arrecare.Pertanto inconcepibile una routine di questo tipo sugli stessi esemplari, e solo per “diminuire”, e non debellare, la carica parassitaria. Soldi per farmaci di non facile reperibilità, esemplari perduti causa decessi, insuccessi…alla fine smantellai tutto per rimontare un impianto ex novo, senza che traccia ci fosse del vecchio allevamento

Dopo altri insuccessi correlati ai malesseri causati dai patogeni, iniziai a progettare il mio nuovo, piccolo ma funzionale impianto. Iniziare bene e progettare tutto nei minimi dettagli è stato il mio intento le settimane successive alla dismissione della vecchia serra. Dalla coibentazione alla rete di scarichi..nulla puo’ essere rifatto dopo, e tutto va trattato in via definitiva. Si riparte Oltre alla coibentazione, per risparmiare in energia elettrica, stavo pensando di costruire un sistema di denitrificazione per abbassare il livello di nitrato in vasca, ma senza sostanze chimiche o resine che potessero alterare lo spettro ionico dell’acqua (uno dei motivi di insuccesso). Commissionai vasche con fori di scarico posti in basso, coibentai e verniciai successivamente le vasche ma tutti i sofismi meccanici venivano nascosti da pannelli in legno che avevano il compito di fungere da passpartout per le vasche che mostravano e mostrano solo il lato…estetico dell’allevamento. Perché i pesci me li godo in un ambiente anche esteticamente curato

Maschio di Alenquer, 12 anni

Cercavo delle larve di discus green da trattare con metodi di G. Rahn e N. Menauer. Trovate le larve del desiderio comincia il vero lavoro, l’obbiettivo che mi ero prefissato: ottenere larve libere da parassiti, ma non avevo chiaro il lavoro che mi stavo per sobbarcare: “pulire” le larve dai parassiti. Il primo metodo era quello di tenerle tutte (35 di cinque giorni) in recipienti da 15 lt, con cambi quotidiani,  nutrivo intanto i nauplii di artemia (che tenevo in schiuditoi, fino ad otto) con metronidazolo. Sarebbe stata questa la catena di nutrimento per le larve, e così fu. 14 giorni di cure e annotazioni. In totale 21 larve senza la piu’ lontana ombra di parassiti intestinali. A cinque settimane i pesci venivano mantenuti negli stessi ambienti, con piccoli cambi d’acqua perché il mio scopo era di creare una buona pressione infettiva e testare il metodo anti-flagellati, se aveva sortito gli effetti desiderati. Viene Rahn, esamina un pesce per cercare con tanto di microscopio, vetrini e reagenti che mettevano in risalto parassiti e tracce, e penso che chiunque avrebbe pensato quello che io ho pensato in quei interminabili momenti: il giorno del giudizio. 
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Maschio Alenquer, F2
Bene, aveva funzionato!! Nemmeno l’ombra di flagellati. Successivamente i trattamenti contro vermi branchiali sortirono gli stessi risultati, mentre nematodi e cestodi intestinali mi risparmiarono il trattamento. Non c’erano. La vasca che ospitava i piccoli aumentava a 50lt..ma cominciava ad essere stretta. Gli avannotti crescevano rapidamente senza parassiti. Mancava il secondo ceppo, che mi procurai (Rosso-Turchese già trattati con i metodi descritti parzialmente) senza necessità di ricominciare i trattamenti davvero massacranti, per pesci e per me, e pensai: HO UN ALLEVAMENTO DI PESCI PRIVO DI PARASSITI!!!
Inutile dire che i risultati sono presto tangibili, dalla crescita armoniosa e rapida, alla robustezza degli esemplari che non hanno risentito del picco di nitriti che intanto portavano le vasche appena avviate, assimilazione immediata del cibo quindi meno somministrazione e pance piene per poche ore. Questo era il mio sogno. Discus che stavano bene e non per trattamenti “del giorno prima”, ma perché sono cresciuti senza parassiti. Femmina San Merah”][/caption] Importante sottolineare una differenza: pesci privi di parassiti e allevamenti sterili; sommariamente vengono descritti come fossero la stessa cosa, ma NON è così. Nelle mie vasche, sono presenti batteri e miceti come in tutte le vasche, ma non ci sono i fastidiosi (e direi spesso mortali) patogeni, critici e letali: dai flagellati ai cestodi ai nematodi. Dopo un anno e mezzo circa cominciai la riproduzione dei miei esemplari. Trasferimenti e formazione coppie senza alcun circostante sintomo di timidezza, scurimento, rifiuto del cibo ecc.. si può stare in vasca coi pesci, non ti temono. Anche tra le coppie senza parassiti problemi di ammuffimento per mancata fecondazione, coppie che scoppiano ecc..

RT sanissimi

Ma il bello delle larve che al settimo giorno scorazzavano per il fondo in cerca di cibo? O non vedere piu’ larve boccheggianti e grigie a pelo d’acqua? Il tempo di formazione delle larve che passavano dallo stadio larvale a quello adulto era tremendamente ristretto. Il denitrificatore mi ha dato qualche problema con la crescita delle larve che nel 20% dei casi mostravano deformazioni alle (ridotte di dimensione) branchiali. Imputabile solo il denitrificatore che evidentemente la flora batterica anaerobia richiedeva minerali che anche i discus vogliono in crescita, perché il problema si arginava con cambi con acqua non denitrificata.


Il racconto si concludeva con una gioia manifesta di Klaus Schmitz, che cedeva volentieri discus ai suoi amici di hobby, i quali increduli registravano soddisfazioni mai provate prima. Quarantena e un “discus campione” sono obbligatori, per evitare di vanificare il lavoro non indifferente di ceppi privi di parassiti. Quarantenare qualsiasi animale che proviene da un’altro sistema, vasca, impianto, allevamento. Verificare dopo 15/20 gg se il discus campione con le feci espelle flagellati o vermi che sono ancora piu’ devastanti e visibili. Il discus privo di parassiti ripaga perché di questi esemplari, ci rimane solo la gioia di allevarli e riprodurli e ci togliamo l’onere economico e morale di doverli curare continuamente perché immancabilmente le ricadute ci sono.

San Merah sub-adulto

Autore articolo Klaus Schmitz Testo in italiano Salvo Franchina Foto per concessione di Klaus Scmitz [Per parlarne nel forum]


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