MAC 6986_1Non è mai stato messo in dubbio il potere che Heiko Bleher ha come ammaliatore di folle, quando parla di discus, di nuove scoperte, di biotopi e del suo elemento che è l’acqua. Ma quello che si vuol presentare in questa piccola rassegna, è una parte della conferenza, che io chiamo la conferenza dei due mondi (Mondodiscus e Mondosommerso), che il relatore d’eccezione Heiko Bleher ha preparato per l’occasione: “Pesci rari e strani in Acquario”. E se ne son viste di stranezze… Per inciso: le foto che seguiranno sono foto di slides, quindi di non eccellente qualità, e ringrazio Heiko Bleher e Aquapress per il permesso accordatomi alla divulgazione.

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Devo rendere omaggio alla potente edulcorante descrittività di Heiko Bleher, che riesce a presentare tratti (o trattati) apparentemente inspegabili di biologia evoluzionistica in chiave aneddotica, e questo crea interesse ovviamente negli spettatori, che rimangono incollati allo schermo, con l’attenzione puntata su quello che verrà presentato, prestando sempre attenzione a cosa è legata come peculiarità insita un tratto distintivo della morfologia dell’animale. Alcuni sono davvero incredibili. Forse pochi si rendono conto, che l’eccezionalità di tutto quello che oltre due ore di conferenza hanno voluto presentare consiste nella personale esperienza dell’autore, che si è recato nei posti in cui i pesci vivono e/o sono stati scoperti e descritti, mentre in taluni casi è un diario di bordo in quanto si è recato appositamente sugli areali per constatarne l’effettiva presenza, la giusta localizzazione, o altre volte (sempre più spesso) l’effettiva estinzione.

Heiko Bleher è veramente il detentore della cultura ittiologica, il più grande esploratore e scopritore di specie ittiche di tutti i tempi, il più grande conoscitore/scopritore/descrittore di pesci d’acquario. Biologi e scienziati lo hanno sempre aspettato con ansia, perché non si è mai presentato a mani vuote dai suoi amici che per lui ed in suo onore hanno descritto e nominato una immensa moltitudine di pesci e specie. Giusto per citarne uno tra tanti, il biologo e il più grande esperto di caracidi, il compianto Jacques Géry (1977).

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Vorrei iniziare la rassegna fotografica (ribadisco) delle slides di Heiko, partendo (senza troppi commenti) dal pesce che poi è diventato il simbolo della “missione intellettuale” di Heiko Bleher, e della casa editrice Aquapress: il pesce sega d’acqua dolce (Pristis perotteti). 

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A pesca di una delle varianti del Pristis sp.

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Una variante asiatica del P. perotteti

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I pesci vengono sistemati per il viaggio che li porterà all’acquario di Berlino

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A Berlino..

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Non poteva NON richiamare l’attenzione della stampa nazionale

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Inutile dire che i pesci accettavano cibo e attenzioni da Heiko senza alcun segno di timidezza o diffidenza

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Volevo iniziare dal pesce che più di tutti mi ricorda l’autore, però è stato solo un frammento della conferenza, che è andata molto, molto avanti. Pesci che si distinguono per la caratteristica estrema dei biotopi che popolano. Pesci e piante la cui idrodinamicità sfidano la potenza delle cascate che nemmeno un uomo riesce ad affrontare:

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Ovviamente non è il pericolo che spaventa Heiko..

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Un video:

Characidium sp. che vive qui, e le piante che vedete in queste foto, NON potrebbero mai vivere in acque ferme, e non sono certo piante che vedremo mai in acquario. Seccano durante la stagione secca, e si riprendono quando le acque torneranno a lambire le pietre.

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Il verde brillante di questo pesce è impressionante. Notare la grandezza del pesce proporzionandolo con le mani di Heiko.

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Ecco il segreto e l’idrodinamicità di pesci che vivono in piena corrente. Pesci che il più delle volte NON hanno vescica natatoria.

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Il pesce tigre africano Hydrocynus goliath

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Salmimus maxillosus

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Una comunità in cui sono presenti anche Salminus hilarii, erbivori, con i quali sfruttandone la somiglianza condividono biotopi con l’inganno

Alcuni esemplari sembrano essere sopravvissuti all’estinzione dei dinosauri, e che conservano caratteristiche realmente stravaganti, come Heiko descrive.

Hydrolycus armatus non è un pesce da “fritto misto”

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 I due grandi denti della mascella inferiore quando chiude la bocca escono dal due canali a mezzo centimetro dal bulbo oculare. Si nutre anche di anatre, che cattura con estrema disinvoltura

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Ecco, qui è mostrato il punto in cui è localizzato il canale di uscita dei denti inferiori

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Sartor elongatus (leggere la slide)

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La particolarià di questo pesce è quella di vivere in ambienti privi di sabbia, e per predare o scavare, tra le pietre, ha sviluppato una cavità orale morfologicamente unica

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Tyttocharax, piccolissimo animale (v. dita) di acque temperate… 

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La femmina  (T. tambopatensis, freccia rossa) ha già in grembo migliaia di uova.

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E il T. maderae, tropicale, con la sua ghiandola che secerne feromoni posta sulla caudale, per attirare la femmina (in basso)

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Una macro della ghiandola


E chi conosce le abitudini…sessuali di questi bellissimi e microscopici pesci (Pterobrycon myrnae)?

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(in basso il maschio)

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Il maschio porta ile sacche spermatiche sulla pinna pettorale destra perché….

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..la femmina ha l’organo genitale sulla sinistra. Un espediente per non essere disturbati durante l’accoppiamento..unilaterale?

Altre stravaganze…

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 Pesci privi di occhi, specie somala Phreatichthys andruzzii

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La femmina di un esemplare cinese, priva di organi della vista, gli occhi

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Il maschio, che invece ha delle zanne e una particolare gibbosità che gli permette di raccogliere e difendere le uova, come succede nei Betta sp.

Pesci mirabilmente colorati:

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Phenacogrammus bleheri (Rep. democratica del Congo)

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Fluviphilax pigmaeus, dalla naturale fluorescenza

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Non ancora descritto…


E adesso le specie che Heiko si augura vengano adottate per mini acquari, acquari di comunità, e monotematici: insomma una piccola responsabilità che gli acquariofili dovrebbero assumersi.

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Ammocryptochanax cf. elegans

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Schistura sp, maschio bellissimo, trovato in Mekong

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Polynemus paradiseus

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Ancora Polynemus paradiseus

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Satanoperca daemon

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Paratilapia polleni

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Un ramirezi, sicuramente super-trattato, ma per niente naturale. Bello ma non naturale, quasi mostruoso

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Uaru fernandesyepezi, pesce di biotopo, bellissimo

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Gymnogeophagus australis  – Uruguay

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Gymnogeophagus australis  – Uruguay

Channidae

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(Channa bleheri)

 


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(foto sopra)Il segmento mostra l’organo riproduttivo di questo maschio, il più lungo in natura in proporzione al corpo (circa il 50% della lunghezza totale)

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Un rarissimo Panaque, dato (praticamente) per estinto

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Hemibagrus cf. microphtalmus pesce considerato uno dei più cattivi del genere

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Pseudomugil sp., pesci di rara bellezza

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Kiunga ballochi, pesce ritrovato, e dato per estinto, che vive in un ristrettissimo biotopo australiano, autentico gioiello naturale

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Kiunga bleheri, emerso durante la ricerca del K. ballochi

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Pseudomugil sp. Non c’è molto da aggiungere…



Voglio ringraziare di cuore Heiko Bleher, per il continuo ed innegabile contributo che offre al mondo con le sue conferenze, in cui ha veramente l’abilità di riassumere una vita di esplorazioni, di denunce contro deforestazione e distruzioni, mettendo a repentaglio la sua stessa incolumità, e per rivolgere sempre uno sguardo e una parola di aiuto a tutti, quasi fosse sua diretta responsabilità il benessere dei nostri pesci in vasca. La cultura del concetto di biotopo.

Si adopera con pubblicazioni continue di natura scientifica e rivolte ad amatori. Migliaia tra articoli, pubblicazioni, conferenze, seminari, tutti dedicati a quello che poi noi abbiamo l’obbligo di tenere col massimo rispetto.

Un particolare ringraziamento anche alla sua compagna Natasha Khardina, per il suo minuziosissimo lavoro di selezione, di censimento che insieme ad Heiko svolge con macchine fotografiche e fotocamere. Sono di Natasha i filmati di Heiko, ed è anche grazie a Natasha che oggi la casa editrice Aquapress conta un archivio di oltre due milioni di fotografie.

Pertanto grazie, Heiko, per avere ancora una volta fatto sognare le persone raccontando di specie che esistono, e non di favole con personaggi e pupazzi inventati. Il sentimento dello stupore che le foto ritraggono animali che Heiko Bleher ha censito, raccolto, e spesso salvato dall’estinzione.

Salvo Franchina (Tatore)

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