L’acquariofilo che non si ferma solo a quello che vede ma vuol spingersi oltre scrutando anche l’invisibile (sarebbe corretto dire il non visibile) prima o poi non si farà mancare dalla sua scrivania un angolo dedicato alla microscopia. Scienza e coscienza per tante cose vanno di pari passo, e cercare di capire nel caso di parassiti (ciliati, nematodi, cestodi, flagellati ecc..) quali sono quelli che in un dato momento affliggono i nostri pesci e la nostra passione diventa non solo legittimo ma anche importante. Un’accurata diagnosi pende da un’attenta osservazione di tracce biologiche, quali raschiati della cute del pesce, osservazione di feci a determinati ingrandimenti, e una conoscenza specifica della morfologia anatomica dei parassiti più comuni ma anche e passatemi il termine, più rognosi. Perché è così importante? Sintomi quali inappetenza, isolamento, letargia sono immancabilmente denuncia di un vantaggio all’interno dell’organismo malcapitato di un numero non esiguo di parassiti o ectoparassiti se parliamo di sfregamenti, respirazione concitata, branchie anomale (arrossate, spalancate con difficoltà a chiuderle). Interventi a base di principi attivi molto forti effettuati a caso danneggiano il pesce, quindi non ci consolerà l’averlo liberato dagli ospiti opportunisti se poi registreremo patologie a carico della vescica natatoria, delle gonadi e altri danni che ad occhio non possiamo notare- Avvicinarsi all’acquisto di un microscopio Di microscopi esattamente come macchine fotografiche, ce ne sono per tutte le tasche, purtroppo anche qui vale la regola del poco spendere poco valere, anche se è pur vero che se siamo attratti dalla microscopia come uno sfizio temporaneo allora è meglio lasciar perdere cifre spaziali e avviciniamoci a modelli di base che possono soddisfare più curiosità che farne strumenti diagnostici. Microscopi biologici monoculari (economici) o binoculari. Normalmente i binoculari permettono un’osservazione migliore del preparato. Ci sono anche dei ‘passi’ che si adattano agli attacchi delle vostre macchine fotografiche, usualmente fatti per reflex. foto e video anche con trinoculari. Organismi quali flagellati, ciliati e vermi di qualsiasi tipo possono essere facilmente individuati, anche se per i non esperti difficilmente classificabili…ma la passione e l’impegno aumentano l’ingegno e ormai internet è un mezzo potentissimo per documentarsi. Cosa fa la differenza tra microscopio e microscopio?Indubbiamente la qualità del materiale e la quantità di opzioni di visualizzazione del preparato. Non dimentichiamo che ‘i soggetti’ sono trasparenti, o meglio: dobbiamo eludere la trasparenza di molti di essi, giocando con il condensatore, con eventuali lenti colorate, con liquidi che restituiscono un contrasto per eludere l’eccessiva nemica trasparenza.

Anatomia di uno strumento (immagine da Wiki)

Legenda: : 1 – Tubo verticale per fotografia; 2 – Testa binoculare; 3 – Stativo; 4 – Revolver porta obbiettivi; 5 – Tavolino portaoggetti; 6 – Condensatore; 7 – Manopole di messa a fuoco; 8 – Sorgente di luce. Bisogna valutare alcuni importanti fattori prima della scelta. E’ ovvio che piu’ costa e meglio è. Rispetto al microscopio che vedete sopra, questo è il sogno di qualsiasi acquariofilo…spinto: Fonte: http://www.otticaturi.it/frame-C%20micro-L2001B.htm Questo costava 2.500 euro 5 anni fà, e costa 2.300 euro oggi…per dire che non ci sono limiti alle spese per questi oggetti. Come detto sopra, varie opzioni per la scelta chiaramente cadono sulla qualità delle lenti, sulle modalità di messa a fuoco, sulle capacità di ingrandimento senza disturbo o rumore nelle immagini. Quello è un problema che ad alti ingrandimenti si puo’ leggermente eludere (ma dico leggermente) con l’olio che fissa sul vetrino il campione da esaminare. Esempio: un obiettivo 100x va quasi sempre usato con un olio che fissa il preparato al vetrino Per chi come me non vuole stare con le retine attaccate alla testa binoculare, ci sono le webcam, ma costano un accidente…però se si è appassionati ripagano.

Questa webcam (proprietà di Tatore), vista frontalmente e in diagonale, sostituisce uno dei due oculari per vedere comodamente al pc i preparati Per la scelta quindi non ci sono limiti alla provvidenza , stando attenti a non comprare microscopi per gemmologi, perché quasi sempre i nostri “soggetti” saranno piccoli, trasparenti e invisibili. E su questo verte tutto lo scibile della microscopia, evasa la scelta del microscopio (adesso provo a postare qualcosa).

La trasparenza del soggetto e la preparazione del vetrino sono quindi i passi piu’ importanti. Normalmente si rimane un pochino spiazzati quando ci si rende conto che, se da un lato un soggetto per essere ripreso da un microscopio deve la luce avere la possibilità di ‘penetrarlo’ da parte a parte, dall’altra parte la troppa trasparenza non ci fa vedere un bel nulla. Si possono notare delle bellissime foto di tremendi parassiti, eccezionalmente ripresi da microscopi biologici tradizionali, ma chi ha fatto quelle foto ovviamente non era un pivellino dell’ultima ora, ma aveva a disposizione sapienza, reagenti, liquidi di contrasto, e un po’ di arte nel fotoritocco per dare corpo a microrganismi altrimenti invisibili anche al microscopio, non per grandezza ma per trasparenza.

In basso, un raschiato infestato da vermi branchiali

Prima di usare i liquidi di contrasto, che normalmente uccidono il soggetto e quindi pregiudicano l’osservazione del movimento (il cui organo nei parassiti caratterizza la famiglia: es: ciliati si muovono grazie a ciglia poste sulla membrana esterna, flagellati sono tali per il flagello, una coducola o tubulo posti alla fine dell’organismo, che li aiuta nel movimento ecc..), se abbiamo un microscopio semplice da appassionati e non da laboratorio biologico, ci aiuteremo con il condensatore, cercando di regolare il flusso di luce che dovrà penetrare il vetrino, che si rivelerà la prima sorpresa della vostra esperienza nel mondo del micro. Il condensatore, posto tra il tavolino e la fonte luminosa

Si vedono letteralmente strati di vita paralleli…e questo lo vedrete spostando il tavolino, le manopole, il condensatore. Alcune foto di alghe verdi a pennello…di casa mia a diversi ingrandimenti:

Alghe verdi ad una bassa magnificenza (purtroppo non ricordo se 40x o meno… Stesso soggetto, fortemente ingrandito (vedete una microbolla di aria che sembra qualcosa di indescrivibile Qui si cominciano a notare le cellule una ad una del filo di alga, con i cloroplasti dal riconoscibilissimo colore verde Qui lo stesso soggetto comincio a perderlo, perché non ho gli strumenti e la competenza necessari per la messa a fuoco corretta senza disturbo. Peccato perché da qui in poi cominciava il bello.

Due foto invece di un soggetto impossibile da esaminare per la grandezza (era nelle feci di un heckel moribondo, espulso dopo un trattamento antielmintico) Notare vetrino, grandezza parassita intestinale, tavola microscopio. Le foto le ho lasciate all’Università di Bologna. Il piccolo articolo, scritto da Tatore (Salvo Franchina) e Ramke (Salvatore Serafini) non vuol essere che un modestissimo stimolo alla curiosità dell’acquariofilo e non un saggio composto da perle di saggezza, concludiamo pertanto scusandoci con quanti hanno come professione la microscopia. Il topic che risponde a questo articolo lo trovate nel forum cliccando qui: link


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